Mai più smartphone scarico, arrivano i vestiti ricarica batteria

Scritto da Federica Mazza
- 30 Novembre 2017
Direttamente dall’Australia, arriva MXene, il nuovo tessuto per i vestiti ricarica batteria.
Quanto sarebbe bello indossare dei vestiti ricarica batteria? Se questo desiderio, fino a questo momento, poteva sembrare frutto dell’immaginazione di un bambino, oggi non lo è più.
Direttamente da Sydney, arriva una nuova e strepitosa scoperta dedicata a tutti coloro che vivono quotidianamente con il terrore dello smartphone scarico. Un gruppo di scienziati della Deakin University di Melbourne avrebbe sviluppato un particolare tessuto capace di accumulare tutta l’energia necessaria per una ricarica.
MXene, così si chiama il prototipo di materiale creato, è forte e super flessibile. Si comporta da conduttore e se inserito in tasca consente ai vestiti di ricaricare la batteria dei propri device.
Composizione di MXene
Questa nuova invenzione tutta australiana è composta da un nanomateriale artificiale formato da un sottile strato di atomi di carbonio e di titanio, 50 mila volte più sottile di un capello. Shayan Seyedin, inventore e ricercatore dell’Institute for Frontier Materials dell’università, lo definisce ’’una via di mezzo fra ceramica e metallo’’.
Funzionamento di MXene
La forza del MXene non è assolutamente paragonabile a quella di una batteria classica, ma la sua caratteristica fondamentale è quella di rilasciare la carica velocemente. Avendo un voltaggio molto basso non vi è alcun rischio che possa prendere fuoco e, al momento, risulta ancora essere troppo costoso da esser messo in commercio.
Un’ulteriore scoperta
Sempre in merito alle invenzioni di vestiti ricarica batteria ricordiamo l’esperimento svolto,qualche anno fa, dagli scienziati dell’Università Massachusetts-Amherst. In questo caso la scoperta fa riferimento alla chimica e porta alla luce un particolare tessuto ricoperto da un polimero conduttivo.
Ancora una volta si tratta di un sottilissimo strato capace di trasmettere l’elettricità necessaria per una carica. Secondo quanto dichiarato da una delle sue ideatrici, Trisha Andrew, il procedimento alla base è il famoso "effetto triboelettrico": una reazione chimica che consente il trasferimento di cariche elettriche fra materiali diversi.
"Frapponendo strati di materiali diversi tra due elettrodi conduttivi possiamo generare pochi microwatt quando ci muoviamo", afferma Andrew. La carica elettrica e adatta per il Fitbit o per le luci LED, e aggiunge la ricercatrice:"Non possiamo ricaricare uno smartphone al momento, ma speriamo di farlo, un giorno".